Il recente taglio dei tassi annunciato dalla BCE rappresenta una notizia decisamente positiva per le famiglie italiane. Dopo anni di difficoltà, segnati dall’aumento delle rate dei mutui e da interessi sui prestiti particolarmente gravosi, i consumatori possono finalmente vedere un alleggerimento dei loro impegni finanziari. La riduzione dei tassi non solo abbassa il costo dei nuovi mutui, ma offre anche una speranza di sollievo per chi ha optato per finanziamenti a tasso variabile.
La novità è altrettanto favorevole per le aziende italiane. L’accesso al credito a tassi più bassi permetterà loro di pianificare nuovi investimenti e migliorare la competitività, grazie a costi di finanziamento più sostenibili. Un’occasione, dunque, per incentivare la crescita economica e l’innovazione nel tessuto produttivo del Paese.
Giovedì scorso, la Banca Centrale Europea ha ridotto il tasso di interesse sui depositi di 25 punti base, portandolo dal 3,75% al 3,5%. Anche i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali e marginali sono stati abbassati rispettivamente dal 4,25% al 3,65% e dal 4,5% al 3,9%. Questa mossa rientra nella strategia di Francoforte per ridurre il differenziale tra i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali (ORP) e i tassi sui depositi, che ora si attesta a soli 15 punti base.
Nonostante il taglio dei tassi deciso dalla BCE sia ancora modesto, come quello del 6 giugno scorso, la nuova riduzione di 25 punti base rappresenta un potenziale stimolo per il mercato immobiliare italiano. Questa mossa potrebbe incoraggiare un maggior numero di famiglie a contrarre mutui per l'acquisto di abitazioni, grazie alla diminuzione del costo del denaro e quindi dei tassi sui finanziamenti.
Gli effetti positivi non si limitano ai mutui. La riduzione dei tassi si riflette anche sui prestiti al consumo, incentivando l’acquisto di beni mobili come automobili ed elettrodomestici. Di fatto, il fenomeno è già in corso: un rapporto della divisione Analisi e ricerche della Fabi ha evidenziato che le famiglie italiane stanno iniziando a risparmiare sui nuovi finanziamenti, sia per l'acquisto di case che di beni di consumo, grazie al taglio dei tassi della BCE del 6 giugno scorso. Questa decisione ha segnato una svolta dopo la serie di strette monetarie imposte dalla BCE negli ultimi due anni per combattere l’inflazione.
Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, ha lodato il coraggio dimostrato dalla BCE nel continuare a ridurre i tassi d’interesse, nonostante l’atteggiamento più prudente della Federal Reserve americana, che ancora non si è mossa in tal senso. Sebbene un taglio da parte della Fed sia ormai considerato imminente, le incertezze riguardano principalmente la sua entità. Sileoni ha sottolineato come la decisione della BCE porterà benefici significativi sui tassi bancari, facilitando l’accesso al credito per famiglie e imprese: "La BCE ha preso una decisione importante, dimostrando coraggio sul piano politico, anticipando per la seconda volta consecutiva le mosse della Federal Reserve. Nei prossimi mesi, il costo del credito scenderà ulteriormente, rendendo più accessibili mutui e prestiti per le famiglie e più agevole fare investimenti per le imprese".
Le banche italiane, in realtà, avevano già iniziato a ridurre i tassi prima del primo taglio deciso dalla BCE a giugno. Secondo il rapporto della Fabi, gli istituti di credito avevano infatti anticipato la riduzione dei tassi "in previsione di un ritorno a una politica monetaria meno restrittiva da parte dell’Eurotower". Con il secondo taglio dell’anno appena annunciato, è probabile che il calo dei tassi continuerà nei prossimi mesi, offrendo vantaggi sempre più significativi per le famiglie, sia per l’acquisto di case che per beni di consumo come automobili ed elettrodomestici.
In questo scenario, la BCE ha mostrato un approccio proattivo, con l'obiettivo di facilitare l'accesso al credito e rilanciare consumi e investimenti, in un contesto di riduzione delle pressioni inflazionistiche.
Le rate dei mutui a tasso fisso stipulati prima della fine del 2021 non subiranno variazioni: resteranno invariate fino alla fine del piano di rimborso, offrendo una sicurezza per chi ha scelto questa opzione. Tuttavia, la situazione è ben diversa per chi ha sottoscritto mutui a tasso variabile prima del recente aumento dei tassi. Questi mutuatari hanno visto le loro rate crescere fino al 78%, passando da 500 euro mensili a 890 euro – un incremento di 390 euro al mese. Alla luce della decisione della BCE del 6 giugno, è probabile che queste rate comincino a scendere progressivamente, anche se non è ancora possibile definire con certezza l'entità e la velocità di questo calo.
Dal luglio 2022, i nuovi mutui a tasso fisso sono passati da un tasso medio dell'1,8% fino a superare il 6% nel 2023, raddoppiando spesso le rate mensili rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, negli ultimi mesi, le banche hanno avviato un processo di riduzione dei tassi, portando il tasso fisso medio al 3,44% nel luglio scorso, con previsioni di un ulteriore calo al 3,20%. Al contrario, la riduzione sui mutui a tasso variabile è stata meno marcata, con una media che rimane attorno al 4%.
Nel 2023, i nuovi mutui a tasso variabile hanno raggiunto picchi oltre il 6%, partendo dallo 0,6% di fine 2021. Attualmente, la media si è stabilizzata al 3,67%. Questo significa che un prestito di 150.000 euro della durata di 20 anni comporta una rata mensile di 1.180 euro, ben 515 euro in più (+77,4%) rispetto a due anni fa, quando la rata sarebbe stata di 665 euro.
La dinamica dei tassi resta comunque in continua evoluzione, e la speranza per le famiglie è che l’attesa riduzione dei tassi variabili possa concretizzarsi nei prossimi mesi, alleggerendo il peso delle rate mensili.
I tassi sul credito al consumo stanno registrando un netto calo. Secondo i calcoli degli analisti della Fabi, sono scesi a una media dell’8,58% dopo aver raggiunto picchi superiori al 14%, e si prevede che potrebbero scendere ulteriormente fino all’8,25%. Questo abbassamento dei tassi comporta notevoli risparmi per i consumatori.
Per esempio, acquistare un’automobile da 25.000 euro interamente a rate, con un finanziamento di 10 anni, costerà oltre 11.000 euro in meno rispetto al 2023, con una riduzione del 23%. Anche per chi volesse acquistare una lavatrice da 750 euro con un finanziamento di 5 anni, il risparmio potrebbe essere di 161 euro (-14,6%).
Questi dati mostrano già gli effetti del primo taglio dei tassi annunciato dalla presidente della BCE, Christine Lagarde, il 6 giugno scorso, che ha iniziato a influenzare il mercato del credito al consumo e i finanziamenti.In Italia, la situazione è particolarmente rilevante, visto che, secondo la Fabi, il 25% delle famiglie italiane (pari a 6,8 milioni) ha un debito, e 3,5 milioni di queste famiglie hanno un mutuo per l’acquisto di una casa.
Se per i nuovi mutui a tasso fisso il risparmio è già calcolabile grazie ai tagli della BCE, per i mutui a tasso variabile la situazione è più complessa. La riduzione dei tassi variabili è stata meno marcata, con una media stabile attorno al 4%.
Negli ultimi due anni, a causa delle strette monetarie varate dalla BCE, le rate dei vecchi mutui a tasso variabile sono aumentate fino al 78%. Chi, ad esempio, pagava una rata mensile di 500 euro, oggi ne paga 890 euro, con un incremento di 390 euro. Tuttavia, la decisione della BCE di tagliare i tassi potrebbe portare, nel tempo, a una graduale riduzione delle rate, anche se la traiettoria precisa resta incerta.
Nel 2023, i nuovi mutui a tasso variabile avevano raggiunto oltre il 6%, contro lo 0,6% di fine 2021. Oggi, la media è scesa al 3,67%, il che significa che, per un prestito di 150.000 euro con una durata di 20 anni, la rata mensile è di 1.180 euro, ovvero 515 euro in più rispetto ai 665 euro che si pagavano due anni fa (+77,4%).
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