Ti sarai certamente imbattuto nelle etichette di classificazione energetica degli elettrodomestici, ma forse non sai che questo tipo di classificazione esiste anche per gli edifici.
In Italia è stata introdotta con il decreto legislativo 192/2005 che recepisce le indicazioni dell’Europa: la valutazione (detta Attestato di Prestazione Energetica) è obbligatoria quando devi vendere o affittare casa, e sono previsti standard progettuali per le nuove costruzioni.
L’obiettivo? Ridurre le dispersioni di calore e di conseguenza le emissioni di anidride carbonica. Rendere quindi gli edifici più sostenibili per il pianeta che ci ospita e per il benessere nostro e altrui.
Tuttavia al momento, secondo l’ultimo report Enea, la maggior parte delle case in Italia è ancora nella fascia con le prestazioni più basse, la classe G. Tuttavia, i grandi incentivi fiscali previsti dallo Stato, portano e porteranno notevoli miglioramenti. La maggior parte delle nuove costruzioni rispetta standard alti.
Ma andiamo a vedere più nel dettaglio che cosa significano le classi energetiche.
Le fasce sono dieci, A4, A3, A2, A1, B, C, D, E, F, G, e rappresentano il consumo in kilowatt ora per metro quadro, e precisamente l’intervallo tra il consumo massimo e il minimo individuati.
Vanno dalla classe A4, la più alta ottenibile, alla classe G, quella meno efficiente.
Cosa significa nella pratica? Se la tua casa è in classe G, è probabile che sia stata costruita almeno quarant’anni fa e i costi per il riscaldamento in inverno e la climatizzazione in estate sono alti. Se invece, viceversa, la tua casa è in una delle fasce A, vi è un ottimo isolamento, ottimi serramenti, impianti adeguati, elettrodomestici di classe A, e quindi bollette meno salate e un maggiore benessere.
La prestazione è espressa in “EPgl, nren”, un indicatore che rappresenta la prestazione energetica globale non rinnovabile e comprende la climatizzazione estiva e invernale, la produzione di acqua calda, la ventilazione.
Nell’immagine sotto, puoi vedere tutte le fasce individuate dalla legge.
Che cosa concorre a determinare la classe energetica di un edificio?
Gli elementi cosiddetti “passivi” per la riduzione della dispersione energetica sono ad esempio pavimenti, tetto, inflissi, ma anche la posizione dell’unità nell’edificio (piani superiori o inferiori). Ci sono anche elementi o sistemi "attivi", che utilizzano fonti rinnovabili per soddisfare la richiesta di energia dell’abitazione: tra questi pannelli solari, caldaie a condensazione, etc.
Alcuni elementi dipendono dunque da come è stata progettata o costruita un’abitazione; altri invece possono essere sostituiti e migliorati in ottica green, come gli impianti e gli infissi.
Per migliorare le prestazioni energetiche sono previsti importanti sgravi fiscali, come il superbonus 110%, di cui abbiamo parlato qui.
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