Quali sono gli stili architettonici che ci parlano dell’abitare contemporaneo?
La settimana scorsa abbiamo parlato dello stile moderno che, nato alla fine del 1800 sulla scia dell’urbanizzazione e di vere e proprie rivoluzioni negli stili di vita, si è sviluppato lungo tutto il secolo scorso e oggi si distingue per l’impiego di moderne tecnologie che interpretano la necessità di funzionalità già presente alla nascita dello stile.
Oggi parleremo invece dello stile classico contemporaneo che, tra la simmetria e la pulizia formale, suggerisce innata eleganza e completezza stilistica.
Lo stile classico, neoclassico o tradizionale, non ha mai cessato di esistere lungo tutto il ventesimo secolo, anche se gli stili moderni o modernisti sono diventati predominanti. A riportarlo in auge, negli anni sessanta, fu l’architetto inglese Raymond Erith, che si ispirò alla tradizione nel pieno del periodo modernista e decostruttivista.
Lo stile classico contemporaneo, come lo stile moderno, non presenta caratteristiche omogenee. Gli stessi stili che dialogano con art nouveau o art déco, che ai loro albori erano certamente movimenti moderni, oggi possono essere definiti classici contemporanei. Possiamo dire che lo stile neoclassico perpetra il linguaggio architettonico di stili del passato, anche se nati come moderni o modernisti.
Lo stile classico contemporaneo si presenta con chiarezza e simmetria, pulizia formale e geometrica e si ispira agli ideali vitruviani di venustas (cioè bellezza), firmitas (resistenza) e utilitas (cioè funzionalità). La proporzione tra altezze e larghezze è armoniosa, secondo il principio della sezione aurea, ovvero una particolare proporzione matematica che da Fidia in poi ha rappresentato l’ideale di perfezione e bellezza nelle arti figurative.
Spesso compaiono elementi decorativi che si rifanno alla tradizione classica come soffitti alti, colonne, archi. Tra i materiali di finitura compare spesso il marmo, molto presente nei pavimenti, in cucina e in bagno; la boiserie, ovvero il rivestimento murale in legno, a tutta altezza o a metà parete, o protagonista di giochi di linee; il parquet scuro o al naturale.
I dettagli, come le maniglie o le rubinetterie, sono spesso in metallo, come oro o argento. Le finestre in genere sono molto ampie. I colori predominanti sono chiari e neutri: bianco, beige, avorio.
La regola dello stile è: il contenitore prima del contenuto.
Se dunque abbiamo a che fare con elementi architettonici di pregio e un buon numero di decorazioni, è bene che l’arredamento non sortisca l’effetto “pittori fiamminghi”.
Il minimal chic è lo stile che più di addice a una villa in stile classico.
Via libera dunque ad arredi ricercati ma non troppo appariscenti. Sì a divani e poltrone morbide e a tessuti eleganti. Sì anche ad antiquariato, quadri con cornici eleganti e a dettagli preziosi, ma senza esagerare. Anche nell’arredo la parole d’ordine è equilibrio.
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