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Minimalismo: uno stile di vita e di architettura

Le caratteristiche dello stile architettonico minimalista

Partiamo da un presupposto: il minimalismo è un vero e proprio stile di vita, che si esprime anche in uno stile architettonico funzionale alla riduzione del superfluo, in ogni ambito della vita.

Minimalismo è pulizia e purezza: eliminazione del rumore anche visivo.

Puntare alla riduzione è una pratica che fa emergere prepotentemente ciò che è importante e lo valorizza. Quest’idea potrebbe essere ben riassunta nella celeberrima massima dell’architetto Van Rer Rohe: less s more. Di meno è di più.

Nell’architettura, lo stile minimalista trova un’applicazione del tutto naturale e si traduce nell’essenzialità del design.

Volumi e spazi vuoti, fondamentali per valorizzare lo spazio e dare ariosità all’ambiente, sono valorizzati. La distanza è un imperativo categorico.

Bandite le decorazioni: secondo i minimalisti un oggetto inutile non aggiunge niente al contesto. Limitati anche i colori e i materiali. Il bianco è il (non) colore per eccellenza e può essere unito all’acciaio o al vetro, mentre la luce naturale o artificiale si spinge ad arredare gli ambienti.

Se il concetto di minimalismo approda nel design, è nella fase progettuale che salpa. Il ciclo di vita delle varie parti dell’edificio sono da tenere in grande considerazione per ridurre al minimo lo spreco, gli scarti e l’impatto ambientale.

Come nasce il minimalismo?

Se questo stile si è ampiamente diffuso negli ultimi dieci anni, non sempre in considerazione della filosofia che lo sottende, è negli anni ’60 che possiamo ritrovarne le origini. Fu il filosofo inglese Richard Wollheim ad applicare per primo le sue ricerche sull’identità alle arti, in particolare alla pittura. Fu nel ’65 che scrisse il saggio “Minimal art”, diffuso dalla rivista Arts Magazine.

Il concetto fu ripreso e ampliato da grandi architetti come Le Corbusier, Van Der Rohe, Gropius, Gio Ponti.

L’architettura minimalista contemporanea vanta anche apporti della cultura giapponese e di architetti contemporanei come Tadao Ando.

Arredamento minimalista

Anche nell’arredamento, la parola d’ordine è sobrietà: geometrie pulite, colori neutri come bianco e grigio. Non ci dovrebbe essere spazio per tutto ciò che non è essenziale. Quello che c’è, ha forme estremamente semplici e lineari.

Il risultato saranno ambienti a prima vista drasticamente vuoti ma che consentiranno allo stile di vita minimalista di esprimersi appieno.

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